Let’s talk – Intervista con Clara Bona
Things we would like to ask Clara Bona
Alberto Levi: Un architetto deve avere molte qualità, a volte anche la parte di un terapeuta. Come imposti il rapporto con i tuoi clienti?
Clara Bona: L’architetto che si occupa di case deve per forza essere un pò psicologo, perchè per progettare una casa devi conoscere abitudini, desideri e gusti di chi la abiterà. Entri quindi in contatto con la sfera più intima: per questo di solito nasce un rapporto di grande amicizia, che prosegue anche quando il progetto è finito. E trovo che questa sia una parte bellissima del mio lavoro, il lato umano e le relazioni per me sono fondamentali.
AL: Come e quanto una casa e il suo arredo possono riflettere l’identità di chi la abita?
CB: La casa deve corrispondere e riflettere la personalità di chi la abita, o si rischia l’effetto showroom: case bellissime ma fredde e impersonali, uguali a mille altre. Il cliente deve lasciarsi guidare dall’architetto, ma è lui che poi starà in quella casa e quindi bisogna saper interpretare i suoi desideri.
AL: Instagram è ormai un canale di comunicazione sempre più importante. Sei molto presente con un approccio quasi giornalistico condividendo i tuoi progetti e il tuo lavoro, ma anche te stesso come persona. Cosa stai cercando di dire alla gente? Qual è il tuo messaggio alle persone?
CB: Instagram oggi è uno dei modi più efficaci per far conoscere il tuo lavoro, ma anche chi sei e cosa ti piace fare nel tuo tempo libero. Io non ho un profilo privato e uno per il lavoro, perché non ci sono confini tra il mio lavoro e la mia vita, in tutto quello che faccio c’è uno spunto e un’ispirazione, che sia in viaggio, una mostra, un ristorante…La condivisione è un aspetto che mi piace molto, e cerco di farlo sempre con un taglio giornalistico, ovvero con tutte le informazioni utili per chi legge. Non sono gelosa di quello che vedo in giro, dei miei progetti, dei miei indirizzi. E quando scopro qualcosa di interessante mi piace raccontarlo e condividerlo. Il mio messaggio è cercare la bellezza, imparare a trovarla in ogni piccola situazione e in ogni momento, anche quando a prima vista non sembra ci sia.
AL: Cosa ti ha ispirato a creare una collezione di tappeti e come può un tappeto trasformare la stanza?
CB: Per creare queste collezioni di tappeti mi sono ispirata ai segni e ai colori che amo e che non trovo in giro. Penso che un tappeto possa caratterizzare in modo importante l’interior di una casa, scaldando l’ambiente e creando delle zone da arredare più facilmente.
AL: Cos’è la felicità per te?
CB: La felicità per me è riuscire a cogliere quei piccoli momenti in cui sto bene, connessa al mio io interiore e al mondo, senza pensare troppo al passato o al futuro. È sapersi ritagliare degli spazi per se stessi e apprezzare quello che si ha. A volte la felicità può essere una piccola cosa, come vedere un’amica, respirare davanti al mare, bere un buon bicchiere di vino, gioire di un successo, pregustare un tranquillo weekend in arrivo…